Alla fine del tuo braccio

“Vi lamentate che è buio. Siate consapevoli che intorno a voi non ci sono tenebre.

Togliete le mani dai vostri occhi e apparirà la luce, che era lì da un’eternità”
Swami Vivekananda

Sotto un lampione c’è un uomo che sta cercando qualcosa affannosamente.
Si avvicina un poliziotto e gli chiede che cosa abbia perduto.
«Ho perso le chiavi di casa», risponde l’uomo, ed entrambi si mettono a cercarle. Dopo aver guardato a lungo, il poliziotto chiede all’uomo se sia proprio sicuro di averle perse lì.
L’altro risponde:
«No, non le ho perse qui, le ho perse in casa.»
«Ma allora perché diamine le sta cercando qui?»
«Perché qui c’è più luce.»

Scommetto che vi ho fatto sorridere, con questa storiella. Eppure, se ci pensate un attimo, quante volte e in quanti modi diversi questo succede ad ognuno di noi. Quante volte per risolvere un problema andiamo a cercare le risorse e le risposte dove c’è più luce, e nella fattispecie al di fuori di noi.

Si cerca una relazione sentimentale pur che sia per sentirsi desiderati, un lavoro prestigioso e la carriera per compensare l’autostima e provare al mondo di valere, soldi per comprare l’approvazione e gli affetti. Si compete con la bava alla bocca anche per aggiudicarsi la bambolina della tombola parrocchiale, per sentirsi dei vincenti.

Ci si adegua a modelli in voga per sentirsi giusti ed accettati. Si chiedono consigli e si accettano giudizi, anche se si sa che non vanno bene; e ci si snatura, pur di adeguarsi alle aspettative di qualcun altro. Ci si fa convincere da altri quali siano le cose che ci fanno bene, quello che è meglio per noi.

Quante volte…

Quante volte si demanda all’esterno, invece di andare all’interno. Che -come già scrissi QUI– le risposte il più delle volte già le sappiamo.

Si danno assegni in bianco a piene mani, salvo poi affogare nella delusione, ancora e ancora e ancora. Perché gli altri non ci daranno la misura del nostro valore, ci rimanderanno soltanto il nostro prezzo. Il prezzo che si paga se non ci si dà valore da se’. Rimanendo in relazioni ormai tossiche, per esempio, perché si è convinti di non meritare di più. Gli altri sono specchi, ci possono mandare solo delle conferme.

C’è una frase che dice: se cerchi una mano che ti aiuti, la trovi alla fine del tuo braccio.

Una mano che ti sollevi se cadi, una mano che ti asciughi le lacrime, che ti dia una carezza con dolcezza, una pacca sulla spalla di incoraggiamento o di orgoglio, o anche uno sberlone, se ci vuole.

Ecco, tante volte ci dimentichiamo di averla. E ci scordiamo che non serve mendicare in giro, cercare affannosamente conferme e risposte da questo o da quello: hai già tutto quello che ti serve, te lo porti con te.

Se solo ci credi, se hai voglia di trovare il coraggio di fidarti di quella mano tesa alla fine del tuo braccio.