La bellezza delle domande

Sii paziente verso tutto ciò che è irrisolto nel tuo cuore
e cerca di amare le domande,
che sono simili a stanze chiuse a chiave
e a libri scritti in una lingua straniera.

Non cercare ora le risposte che non possono esserti date,
poiché non saresti capace di convivere con esse.
E il punto è vivere ogni cosa.
Vivi le domande ora.

Forse ti sarà dato,
senza che tu te ne accorga,
di vivere fino al lontano giorno
in cui avrai la risposta.

Rainer Maria Rilke


Questi versi di Rilke sono da sempre nel mio cuore.

Ci dicono che non per tutto c’è una risposta. Non per quello che ci capita al di fuori, e soprattutto non per quello che accade dentro di noi.

Siamo abituati alla veloce risoluzione dei problemi, bisogna essere efficienti, multitasking, “problem solving” è il mantra: portiamo in tasca un computer potente, per ogni dubbio c’è Google, e milioni di risposte a portata di mano.

E invece no. Non va sempre così. Alle domande importanti, quelle di base, quelle toste, non sempre le risposte arrivano, o siamo capaci di darcele. Oppure non è detto che le possiamo reggere, le risposte.

Rilke ci dice di amare le domande comunque, perché è già bello porsele, quelle domande, vuole dire che siamo vivi.

Veniamo al mondo senza mappa e senza libretto d’istruzioni, purtroppo o meno male, e il più delle volte ci tocca improvvisare, arrangiandoci e facendo del nostro meglio. Facendoci portare avanti dalla vita. Avanti si va comunque, volenti o nolenti: come diceva mio nonno, la retromarcia, ancora, non l’hanno inventata.

E il più delle volte, se facciamo un po’ di silenzio e ci ascoltiamo in fondo ma proprio in fondo, ci accorgeremo che tante risposte le abbiamo già.