Il coraggio non esiste, si fa

“Il coraggio non è l’assenza di paura, ma piuttosto il giudizio che c’è qualcos’altro più importante della paura.”

Mark Twain

La paura è una delle emozioni primarie, arriva senza che ce accorgiamo e lo vogliamo, scatta e basta.

Ora, immaginate un cavernicolo, a caccia nella foresta con la sua clava in spalla. Tutto d’un tratto gli si para davanti un orso. Sicuramente il malcapitato non si sarebbe fermato ad indagare se il bestione avesse già mangiato quel giorno o meno, ma come impulso primario se la sarebbe data a gambe.

I pronipoti di quelli che si fermavano a disquisire: “buon giorno, signor orso…..” darwinianamente non sono arrivati ai giorni nostri. La reazione che  scatta a corto circuito è funzionale  alla sopravvivenza.

Però… però…

Però nell’attimo stesso in cui il cuore va a mille e pompa a fiumi il sangue nelle gambe  per farle andare come il vento, il nostro Freddie Flinstone si ricorda che dietro un passo c’è Freddie jr., che proprio quel giorno ha portato a caccia con lui. E in quell’attimo di consapevolezza decide che la paura rimane, ma deve fare qualcos’altro.

E il giorno dopo, quando starà per uscire dalla caverna con il cuore in gola che batte forte, vede la preoccupazione sul viso di Wilma mentre gli porge la clava, così invece di riversarle addosso la propria paura, decide di fare qualcos’altro:  le dice di stare tranquilla, che lui è forte, e di preparare un bel fuoco per la coscia d’orso da arrostire la sera, al suo ritorno.

Il coraggio non è qualcosa che viene naturale, come la paura: è un’AZIONE CONSAPEVOLE, che si mette sopra la paura.

Cosa ce lo fa mettere, il coraggio? In quell’attimo entrano in campo tante cose: senso del dovere, speranza di cambiamento, protezione per chi sta intorno, o semplicemente la consapevolezza che se non ci fossi tu lì, a fare quella cosa lì, non ci sarebbe nessun altro. E’ una SCELTA CONSAPEVOLE di non ascoltare e di andare oltre i propri impulsi di sopravvivenza.

Il coraggio, si dice, è il contrario della paura.  Non è così: siccome siamo tutti ancora dei cavernicoli nelle emozioni, la paura scatta e la voglia di darsela a gambe pure, è solo riconoscendola che possiamo scegliere, in quell’attimo di consapevolezza, di comportarci in modo diverso.

E decidere di stare e fare quel “qualcos’altro”, che fa di noi degli esseri umani.