Guardare avanti

“I bambini sono senza passato, ed è questo tutto il mistero dell’innocenza magica del loro sorriso.”

Milan Kundera

Pensate di camminare per strada e di vedere le persone  che camminano in  avanti, ma per una strana malformazione hanno il collo girato e la faccia che guarda all’indietro. Non vedendo dove mettono i piedi naturalmente continuano a cadere, salvo poi lamentarsi della sfortuna o maledire i propri stupidi piedi appena si alzano e passano sopra l’ostacolo. Si rialzano e continuano comunque a camminare così, con la faccia volta all’indietro pur andando avanti.

Non ci riconosciamo un po’ tutti, in questo modo di procedere nella vita?

Io che di mestiere ascolto le persone e le loro storie lo so, che è difficile guardare avanti.

Lo so perché le storie che ascolto sono principalmente rivolte al racconto del passato: un passato che è a volte mitizzato come un tempo felice e perduto, a volte demonizzato, a volte difficile da raccontare e soprattutto da accettare. A volte si è vittime, altre volte dei cretini perché si è sbagliato tutto. E si vive così, affogando nel risentimento o nel senso di colpa.

In questo momento che sei dove sei, e stai prendendoti qualche minuto per leggere queste parole, di fronte ad un computer o ad un cellulare…. ti dico: fermati e alza lo sguardo. Guardati intorno e renditi conto di quanto sta accadendo: si chiama realtà e non c’è modo di sfuggirle. Questa è la cucina col pavimento non pulitissimo, questi i chili di troppo, questo il  conto in banca, questo è il lavoro che ogni mattina è una fatica.

Questo è quanto sta succedendo veramente nella vita in questo momento. È la vita reale, quella di oggi, e tanto vale accettarla.

Che cos’è l’accettazione? L’accettazione è arrendersi alle cose come stanno: le circostanze in cui ci troviamo, i nostri sentimenti, i nostri problemi, le nostre finanze, il nostro lavoro, la nostra salute, i nostri rapporti con gli altri, l’accantonamento dei nostri sogni.

Prima di poter cambiare qualcosa nella vita, dobbiamo riconoscere che le cose, in questo momento, non possono che essere come sono, e infatti sono così. Ineluttabilmente. Ed è come tirare un lungo sospiro.

E allora, che cosa fare? Perché accettazione non significa rassegnazione. Possiamo smettere di aspettare che la vita diventi perfetta e cercare di renderla quanto più soddisfacente possibile, cominciando a lavorare con ciò che abbiamo. Forse non è come l’avevamo sognata, ma possiamo accettare, rendere grazie e andare avanti. Quanto tempo sprecato a flagellarci e a lamentarci.  Il rivangare sterilmente il passato ha già rubato troppe opportunità preziose, troppa vita.

Oggi è il momento di iniziare a fare le cose per il futuro, per non guardare indietro e darsi le botte in testa tra un anno. Per non avere poi rimpianti. Per non dover dire”se avessi iniziato prima….”.

Il futuro si costruisce, non accade.  Il prima di domani, te lo dico, è oggi. Non saremo mai più pronti di quanto siamo adesso, sai?

A mollare le zavorre, guarire dal torcicollo, e guardare avanti.